NELLA SCUOLA TAGLI E RISPARMI SONO STATI GIÀ FATTI. ORA SI SCELGA DI VALORIZZARE IL NOSTRO SISTEMA DI ISTRUZIONE.

In questi giorni il Governo sta affrontando le scelte legate alla ‘spending review’, termine anglosassone  che In Italia potrebbe essere tradotto con ‘revisione integrale della spesa pubblica’.
Si discute, in sostanza, di come individuare quella parte di spesa pubblica che si ritiene ‘non utile’ e che può essere considerata uno ‘spreco’ che in questo momento il Paese non può permettersi.
Gli interventi da porre in atto dovrebbero da un lato diminuire la spesa dall’altro qualificarla.
Se si prende in considerazione la scuola – fa notare Massimo Di Menna, segretario generale della Uil Scuola si vede subito che tagli, contrazioni, razionalizzazioni sono stai già fatti.  Nell’ultimo triennio l’organico è stato ridotto di 87.800  insegnanti  e 44 mila Ata.
Secondo il principio della ‘spending review’ ad una razionalizzazione deve corrispondere una qualificazione della spesa.  Ricordiamo al Governo e al neo commissario che in Italia  la spesa dell’istruzione in rapporto al totale della spesa pubblica è  il 9,7% a fronte della media dei paesi europei che è dell’11% .
Se si considera il rapporto con il Pil abbiamo una percentuale pari al 4,8% contro il 6,1% europeo.
Ora va qualificata la spesa  – ammonisce Di Menna – se così non fosse ci troveremmo di fronte a una sorta di  ‘spending review all’italiana’ cioè semplicemente  ad un programma di ulteriori tagli.
Ciò sarebbe inaccettabile.
Siamo disponibili, per far guadagnare tempo  – continua il segretario della Uil Scuola – ad essere convocati per un confronto per interventi che possono anche razionalizzare la spesa.
La vera questione politica rimane la capacità e il coraggio del Governo di individuare attraverso l’eliminazione dei tanti sprechi e privilegi presenti nella spesa pubblica le risorse da destinare all’istruzione per favorire lo sviluppo e la competitività del nostro paese.
In un momento di crisi così forte – rilancia Di Menna – in cui le famiglie e lavoratori subiscono gli effetti dei provvedimenti del Governo, e in cui il Governo  è chiamato a scelte delicate che andranno ad incidere su molti settori, le forse politiche presenti in Parlamento dovrebbero far partire, responsabilmente e prioritariamente rispetto agli altri interventi, una spending review degli assetti parlamentari e istituzionali.