DECRETO LEGGE DEL GOVERNO

E’ certamente un segnale positivo l’attenzione del Governo ai problemi della scuola all’estero, dopo i tagli del 40% degli organici dei docenti delle istituzioni scolastiche e culturali  italiane all’estero previsti dalla spending review.  Esso  raccoglie l’allarme lanciato dalla Uil scuola, che ha  negli ultimi mesi sollecitato il Parlamento ad avviare  il necessario processo riformatore di queste istituzioni strategicamente così importanti per il nostro paese, ed  evitare  una crisi irreversibile  delle nostre più importanti scuole presenti nel mondo,  con gravi conseguenze all’immagine e alla credibilità dell’Italia, tenuto conto dell’importanza, per la  nostra politica estera, degli strumenti di promozione e diffusione della lingua e della cultura italiana.
Tuttavia, lo  sblocco delle  nomine del personale all’estero, previsto dal decreto, pur con opportuni  miglioramenti in sede di conversione in legge che indichino  criteri e priorità di intervento,  rappresenta, a parere della Uil scuola,  soltanto una soluzione tampone e ancora insufficiente, se non si pone mano  al più presto, da parte del Parlamento,  ad  una organica riforma del settore, che sia in grado di garantire le risorse necessarie ad assicurare un futuro certo alle nostre scuole nel mondo.
Si esprime un giudizio fortemente critico, invece, sulla  possibilità, introdotta dal decreto,  di assumere al posto dei supplenti,  nelle scuole statali all’estero, personale docente con  contratto locale,  anche per materie di insegnamento previste dall’ordinamento scolastico italiano.  Il Governo – mette in chiaro il segretario della Uil Scuola – non pensi ad interventi di modifica, per legge, delle norme contrattuali in vigore;  non è attraverso   forme di ulteriore precarizzazione che le nostre scuole nel mondo  potranno essere in grado di garantire una offerta didattica di  alta qualità e di adeguata  professionalità, a sostegno del  nostro made in Italy.